Pausa caffè con: gli amici di 48FiliMatty
Il 3 maggio 2022 ci siamo concessi una pausa caffè davvero speciale al Costadoro Social Coffee Factory, organizzando il corso di “Maglia e Caffè”: non solo un corso di lavorazione a maglia con i ferri circolari e tecnica continentale, ma un’esperienza di lavoro a maglia tra i profumi del caffè, in un’atmosfera unica e originale proprio nel centro pedonale di Torino.

Il corso è stato tenuto da 48FiliMatty: Mattia Godeassi e Fabio Quarantotto, che uniscono le loro creatività a colpi di uncinetto!
Seduti davanti ad una buona tazza di caffè filtro, facciamo quattro chiacchiere e scopriamo il loro mondo!
Come è nata la passione per il lavoro a maglia?
Io sono Fabio ed è la bellezza di 46 anni che lavoro a maglia… considera che ne ho 51, quindi fai tu!
Non è sempre stato il mio lavoro, ho una formazione puramente tecnica come perito nautico fisico e astrofisico.

Ora lavoro nella maglia da anni e mi sono specializzato in tecniche di lavoro a maglia e arti tessili tutto fatto mano, ci focalizziamo molto su ferri, uncinetti, telaietti, pizzi, tutto filato lavorato con le mani.
Una passione nata da piccolo quando facevo le calze con l’amica della nonna che le faceva per mezzo mondo.
Mattia invece da pochi anni si è introdotto in questo mondo e si è scoperto un genio della maglia: in pochi anni è riuscito a tenere corsi con me in tutta Italia e lavorare con aziende e riviste del settore.
Cosa fate per concedervi una pausa?
Per un creativo è difficile parlare di “pausa” perché il nostro lavoro esula dall’aspetto tecnico non creando pezzi in serie.
Non hai mai il cervello scollegato, anche il semplice momento della pausa caffè può diventare creativo se vedi qualcosa che ti ispira, e cerchi subito di riportare quell’idea, quell’ispirazione nel tuo lavoro.

La nostra attività non è nient’altro che la nostra passione. È un lavoro duro e stancante anche per mani e schiena, ma è come se fosse una pausa continua.
Quali sono i piccoli gesti che intraprendete per essere sostenibili?
In questi ultimi anni si sta cercando di sensibilizzare sempre di più i consumatori sul tema.

Nel nostro cerchiamo di fare il massimo, recuperando e riciclando materiali che ci sono in casa e rivolgendoci a aziende attente: fornitori che non stressano le pecore al momento della tosa e sono mulesing free, che utilizzano tinture a base vegetale e cotoni organici che vengono coltivati senza l’impiego di pesticidi.
L’ecosostenibilità ha un costo.
Com’è vivere di artigianato in Italia?
È difficile vivere perché non si guadagna molto, perché noi lavoriamo a mano e in Italia al lavoro artigianale non viene dato il giusto valore, in alcuni sensi ha quasi un’accezione negativa.

Per un fattore socioculturale in Italia determinate attività, come il lavoro a maglia e tessile, sono associate alle comunità povere, prevalentemente eseguite da persone anziane che dovevano riciclare quello che avevano in casa non avendo soldi per recarsi in negozio.
Il maglione fatto a mano è da poveri e con l’utilità di riparare semplicemente dal freddo. All’estero il lavoro a mano è un valore aggiunto.
Quali sono le applicazioni future della vostra passione?
Noi facciamo anche art performance, creiamo delle installazioni fatte a maglia.
Tra le nostre principali opere un arcobaleno di 5 metri con 350 apine, creato in un mese in occasione della fiera Abilmente e dei glicini a Milano per uno yarn bombing, cioè una guerriglia urbana dove si va a straforo a decorare la città con opere fatte all’uncinetto.

È bellissimo: la città si colora tutta panchine e alberi compresi!
Noi cerchiamo di essere sempre presenti con le nostre opere per poterle raccontare.
Ringraziamo 48FiliMatty e li aspettiamo per il prossimo “Maglia e caffè”!
