Sports Action Orbassano: nuova intervista di “Ci Vuole RespecTo”
Con gli amici di Sports Action Orbassano continua la rubrica “Ci vuole RespecTo” del blog Costadoro, dedicata ai racconti di storie di sostenibilità e rispetto, attraverso alcune interviste ad aziende, artigiani, imprenditori e attività che abbracciano questa filosofia.
Per l’occasione abbiamo intervistato Benedetto Galifi, Insegnante di ruolo sul Sostegno presso l’IIS “Amaldi-Sraffa” di Orbassano (TO).

Ciao Benedetto, raccontaci brevemente di te e di come ti sei avvicinato al “mondo clorato” e ai ragazzi con disabilità.
Sono Benedetto Galifi, ma per tutti semplicemente Benny.
Sono un insegnate di ruolo sul Sostegno presso l’IIS “Amaldi-Sraffa” di Orbassano (TO), ho una Laurea Specialistica in Biologia Marina, una Laurea Magistrale in Management dello sport e delle Attività Motorie e una Specializzazione sul Sostegno per la Scuola Secondaria di Secondo Grado.
Sono nel mondo dello sport da oltre 30 anni: nasco come Judoca, di cui sono un Tecnico Federale FIJLKAM e FISDIR, e agli inizi del 2000 mi avvicino al mondo clorato, inizialmente per prendere il brevetto da SUB visto il percorso accademico per la Biologia Marina che stavo facendo e successivamente presi il brevetto da Assistente Bagnanti M.I.P. (Mare, Acque Interne e Piscine) della FIN ed il passo successivo fu quello di prendere anche il Brevetto da Istruttore di Nuoto FIN.
La mia primissima esperienza con ragazzi con disabilità nasce nel Judo, assieme al mio Maestro Pietro Spadaro, sempre a Trapani dove abbiamo avuto nel nostro Dojo, un piccolissimo bimbo autistico di nome Daniele e da lì mi si è aperto un mondo meraviglioso che sicuramente mi ha fatto vedere tutto da un’altra prospettiva.
Nel mio periodo di insegnamento come istruttore di nuoto a Trapani grazie alla Società ASD Aquarius Trapani con cui sono ancora oggi in contatto (quando rientro in vacanza a Trapani collaboro anche con loro) videro in me, una propensione verso chi ha delle difficoltà e mi chiesero se avessi voluto provare a lavorare con un ragazzo speciale con sindrome di Down; io dissi da subito si.
Da quel momento non ho mai smesso di perfezionarmi, specializzarmi e aggiornarmi sulle competenze per poter lavorare con persone speciali.
Ad oggi ho acquisito una buona conoscenza sul mondo della disabilità sia in ambito scolastico che in ambito sportivo.
Ho i brevetti di Tecnico FISDIR in Judo, FIN, FINP, Special Olympics per il Nuoto, Assistente Multidisciplinare FISDIR e Istruttore Tecnico Paralimpico Specialità Boccia con la FIB.

Che cos’è il progetto Sports Action Orbassano e da dove nasce questa idea?
Il progetto Sports Action Orbassano vuole dare un’opportunità alle famiglie che vivono giornalmente le proprie disabilità o dei propri cari, affinché possano avere dei momenti di puro rilassamento e/o in alcuni casi di miglioramento fisico e prestazionale.
L’idea di portare avanti questa iniziativa nasce dalla forte richiesta ed esigenza delle famiglie che giornalmente vengono presso il nostro impianto sito in Orbassano e chiedono se tra le attività che vengono proposte ci siano istruttori che possano aiutarli a far star bene sia loro che i propri figli, viste le disabilità che hanno e che sono sia fisiche che relazionali.
In base alla richiesta delle informazioni, in segreteria cercano di reperire sin da subito quante più indicazioni possibili, in modo da poter individuare l’istruttore o l’istruttrice più idoneo/a al caso.

Come si svolge una vostra giornata tipo con i ragazzi?
Una giornata tipo, in realtà non c’è.
Questo perché anche se si lavora sempre nella stessa giornata, nella stessa ora e nella stessa vasca dove far nuotare l’allievo, a seconda di come è andata la giornata, a seconda dell’umore e a seconda delle altre terapie a cui sono sottoposti, il giorno della piscina diventa un momento di vero relax a tutto tondo.
Nel frattempo si cerca di dare delle nozioni di nuoto per cercare di rafforzare le proprie capacità motorie e coordinative che molto spesso, a seconda della disabilità, vengono a mancare.
Se volessimo provare a dare uno schema base di una giornata tipo, possiamo sicuramente dire che i ragazzi accompagnati dal genitore, entrano nel proprio spogliatoio dedicato e si apprestano a cambiarsi e a mettersi il costume, accappatoio, ciabatte, cuffietta e occhialini (se sono necessari).
A questo punto il genitore accompagna il proprio figlio o la propria figlia sul piano vasca dove avviene il passaggio all’istruttore o istruttrice.
Se l’atleta è autonomo va da solo a mettere il proprio accappatoio nell’apposito appendino, poi si va a fare la doccia così come di consueto prima di entrare in acqua.
Se invece l’atleta non è autonomo, lo prende in carico l’istruttore o l’istruttrice e pian piano fa eseguire le azioni in sequenza: togliere l’accappatoio e appenderlo nell’appendino, accompagnarlo a fare la doccia e portarlo verso la vasca dove a seconda delle difficoltà e della disabilità, si può far entrare l’atleta in acqua in autonomia, o più semplicemente dalla scaletta o seduti al bordo vasca.
Dopo la fase di entrata si inizia a giocare con l’acqua, poi l’istruttore o l’istruttrice iniziano a fare diverse richieste motorie utilizzando i vari ausili che l’impianto ha a disposizione (tubi, tappetoni, palloni, palline colorate, etc.).

Quali sono le principali sfide che vi trovate ad affrontare nel quotidiano con la vostra attività?
Le sfide che ci ritroviamo quotidianamente ad affrontare sono sicuramente le enormi difficoltà che le famiglie trovano nel reperire le fonti che gli permettano di poter far svolgere ai propri figli le attività in acqua.
Infatti parlando con le famiglie, con le quali negli anni si instaura un rapporto molto amichevole, emerge sempre che le terapie che fanno fare ai figli sono quasi tutte a pagamento e quindi spesso si trovano a decidere quale far fare e a quale dover rinunciare a malincuore.
Vi sentite supportati dal territorio e dalle altre realtà che vi circondano?
Sicuramente il territorio cerca di venire incontro alle esigenze delle famiglie che vivono quotidianamente la disabilità.
Ad esempio alcune famiglie fanno parte di associazioni che annualmente svolgono delle attività per cercare di reperire dei fondi, affinché possano far svolgere a tutti i tesserati l’attività in acqua, per citare il nostro caso.

Cosa fate in Sports Action per concedervi una pausa?
In Sports Action Orbassano in realtà non abbiamo dei break durante le attività in acqua, ma alla fine delle ore di lavoro molti degli istruttori passano al bar presente in struttura per riposarsi e scambiare qualche parola con i colleghi davanti ad un buon caffè!