Il karate incontra il calcio

Il karate incontra il calcio con Luigi Busà Savio Loria e Simone Loria

Lunedì 29 novembre 2021 Luigi Busà, Oro Olimpico nel karate a Tokyo 2020, l’allenatore di karate Savio Loria e Simone Loria, fondatore della Scuola Calcio Virtus Mercadante, hanno organizzato un evento in cui piccoli calciatori sono diventati karateka e piccoli karateka sono diventati calciatori.

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Costadoro in qualità di sponsor ha fatto due chiacchiere con i campioni per scoprire cosa dà la carica ad un atleta.

A tu per tu con Luigi Busà oro olimpico di karate

Luigi quella per le arti marziali è una passione di famiglia, quanto quest’ultima è stata importante nel tuo percorso?

È stato un po’ tutto. Senza questo fulcro così importante sicuramente non sarei riuscito per due motivi: uno perché papà mi ha inserito nel mondo del karate, lui è il mio maestro e ha tuttora una struttura sportiva ad Avola, il mio paese nativo in provincia di Siracusa; lui mi ha trasmesso questa grande passione che poi è diventata un grande amore e il mio lavoro. Due perché anche la mamma dietro le quinte e le mie tre sorelle karateka sono state di supporto nei momenti difficili. Per le Olimpiadi sono state un punto fondamentale. Hai bisogno di gente che ti ama tanto e veramente, forse gli amici non possono darti quel tipo di amore. Sono stato davvero fortunato.

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Cosa fa un atleta olimpico per concedersi una pausa?

Innanzitutto la vita di atleta è una scelta, io non parlo mai di sacrifici ma di scelte: l’alimentazione, rinunciare a un’uscita non mi pesano più perché ho scelto di fare l’atleta e di raggiungere obiettivi importanti. La pausa la desideri, la vuoi, ma spesso la rimandi, ma quando hai raggiunto l’obiettivo o comunque hai fatto di tutto per raggiungerlo è lì che ti concedi la pausa dove tu puoi staccare con la testa e il corpo e ti puoi godere gli amici e ripartire alla grande.

Qual è il tuo prossimo obiettivo dopo un oro olimpico?

Il mio obiettivo attuale è quello di far conoscere sempre di più il karate perché avendo raggiunto l’oro olimpico posso dargli visibilità nel tempo. Sulla scia olimpica le palestre sono piene, anche se sappiamo che tra pochi mesi con il calcio calerà l’interesse. Partecipo a trasmissioni televisive, tra poco uscirà un libro e poi un documentario, è vero che esce il mio personaggio ma io dove vado parlo di karate. È lo sport che amo e voglio portarlo dove merita. E poi dopo questo i prossimi obiettivi che mi sono prefissato sono gli Europei e i Giochi del Mediterraneo.

Quattro chiacchiere con Savio Loria, l’allenatore di karate

I forti valori della famiglia e dello sport sono condivisi anche da Salvatore Loria detto Savio, uno dei karateka più medagliati al mondo nonché l’allenatore di Luigi.

Qual è la differenza tra gioire per una propria vittoria e per una vittoria di un proprio allievo?

Sono gioie diverse perché quando tu gioisci per una tua vittoria sei nel pieno della competizione e c’è una scarica di adrenalina forte e quindi in qualche maniera te la vivi pienamente. Da tecnico devi mantenere un certo tipo di lucidità fino alla fine e devi trattenere delle emozioni fino a quando non finisce la competizione, si potrebbe definire un atteggiamento più freddo ma è molto gratificante e bello.

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Cosa ti dà la carica?

La carica me la danno i miei obiettivi: l’ultimo grande obiettivo era vincere con la mia squadra maschile il campionato del mondo a Dubai, era un’impresa storica mai fatta a livello nazionale. E ce l’abbiamo fatta! Io trovo che lo sport sia un percorso di vita che ti può far crescere e questa è la carica ancora più profonda che ti permette di mantenere l’entusiasmo nel tempo.

Cosa fai per concederti una pausa?

Ho capito nel tempo che le pause sono molto importanti sia da atleta che da tecnico ad esempio ieri sono andato a farmi una sauna per rilassarmi, ma la pausa più importante è stare in famiglia.

Qualche palleggio con Simone Loria

Concludiamo la serata con l’allenatore di calcio Simone Loria il grande ex difensore con il vizio del goal.

Quale sarà il tuo prossimo goal?

Il mio grande obiettivo è far giocare e divertire i ragazzi in un posto sicuro. Secondo me da come ho vissuto il calcio da ragazzino la cosa più bella era divertirsi. Poi nel tempo è diventata una passione che mi sono portato dentro, ma la prima cosa è stata il divertimento, non puoi praticare uno sport perché obbligato o perché devi farlo. Oggi mancano spazi come cortili e parchi e vedo i ragazzini dietro a un pc o un tablet, per me è stato molto importante aprire una struttura del genere e dare la possibilità ai ragazzi di venire qui.

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