Plumcake al caffè: dal Belgio alla Gran Bretagna con un’unica ricetta per il vostro brunch!
Anche se il nome plumcake sembrerebbe indicare una torta alle prugne (originariamente infatti il Pflaumenkuchen nacque in Germania proprio come dolce a base di questo frutto), oggi il tipico dolce anglosassone si è trasformato tradizionalmente con canditi ed uvetta.
Oltre alla ricetta tradizionale del plumcake ormai ne esistono di infinite varianti, da quelle vegan a quelle light passando per le ricette “rinforzate”.
Noi di Costadoro vi proponiamo la ricetta suggerita della nostra cliente Camilla, in una fantastica variante al caffè… ed avendolo assaggiato praticamente tutti possiamo garantirvi che vale la pena provarlo!
Ingredienti per il Plumcake al caffè
- 200 g ricotta;
- 170 g di zucchero;
- 200 g di farina;
- 100 ml di latte;
- 100 ml di caffè estratto con la moka;
- 20 g di caffè in polvere macinato per espresso;
- 1 bustina di lievito;
- 1 bustina di vanillina;
Procedimento per la preparazione del plumcake
Mischiate ricotta e zucchero fino ad avere un composto omogeneo, quindi aggiungete la farina, il caffè in polvere (macinato per espresso e possibilmente ripassato ancora nel frullatore), il lievito e la vanillina amalgamando bene il tutto.


Unite quindi il latte e il caffè raffreddato fatto con la moka e mescolate bene.

Foderate con carta da forno uno stampo da plumcake (se è di silicone non sarà necessario rivestirlo con la carta forno) e versatevi il composto.

Cuocete a 180° C per 45/50 min (fate la prova dello stuzzicadenti per vedere se è cotta, quando lo stuzzicadenti è asciutto sfornate).
Lasciate raffreddare e servite tagliando il plumcake in fette di circa 1 cm.

Il caffè si presta a innumerevoli utilizzi in cucina e noi siamo curiosi di sapere come lo usate anche voi; scriveteci le vostre ricette: proveremo le più originali per poi pubblicarle sul nostro blog!
A presto e… buon brunch!
Consigli per una lettura abbinata
La piramide del caffè di Nicola Lecca
Edito da Mondadori
Il libro parla di un ragazzo Imi, che a diciotto anni ha finalmente realizzato il suo sogno di vivere a Londra. A bordo di un vecchio treno malandato ha lasciato l’orfanotrofio ungherese dove ha sempre vissuto e, nella metropoli inglese, si è impiegato in una caffetteria della catena Proper Coffee. Il suo sguardo è puro, ingenuo e pieno di entusiasmo: come gli altri orfani del villaggio di Landor, anche lui non permette mai al passato di rattristarlo, né si preoccupa troppo di ciò che il futuro potrebbe riservargli. Le tante e minuziose regole che disciplinano la vita all’interno della caffetteria – riassunte nel Manuale del caffè cui i dirigenti della Proper Coffee alludono con la deferenza riservata ai testi sacri – gli sembrano scritte da mani capaci di individuare in anticipo la soluzione a qualsiasi problema pur di garantire il completo benessere di impiegati e clienti. La piramide gerarchica che ordina la Proper Coffee sembra a Imi assai più chiara e rassicurante del complesso reticolo di strade londinesi. Dovrà passare molto tempo prima che Imi – grazie al cinismo di un collega e ai consigli della sua padrona di casa – cominci a capire la durezza di Londra e la strategia delle regole riassunte nel Manuale del caffè. Tanto candore finirà per metterlo in pericolo: e sarà allora Morgan, il libraio iraniano, a prendersi a cuore il destino di Imi, coinvolgendo nel progetto Margaret, una grande scrittrice anziana e ormai stanca di tutto, ma ancora capace di appassionarsi alle piccole storie nascoste tra le pieghe della vita.