Sostenibilità secondo Costadoro: dalla teoria alla pratica
Si fa sempre un gran parlare di sostenibilità negli ultimi tempi.
Ci sono aziende che si impegnano a trovare la miglior definizione per descrivere di cosa si tratta ai propri clienti e followers e ci sono quelle che preferiscono impiegare lo stesso tempo per mettere in pratica alcune nozioni che, se seguite giorno per giorno da una massa sempre crescente di persone, ci permetteranno di vivere su un pianeta il più possibile intatto nei prossimi anni.
Entrambi i comportamenti sono utili nel far sì che alcune azioni quotidiane, adesso effettuate su base volontaria, diventino l’abitudine per tutti noi.
La normalità, come abbiamo imparato a dire in quest’ultimo anno.
La torrefazione piemontese Costadoro si sta impegnando attivamente, ormai da diversi anni, per rientrare nella seconda categoria, con diverse azioni intraprese in questo senso.

L’apertura del Costadoro Social Coffee a Genova
Una tra le tante, sicuramente la più interessante nell’ultimo periodo, è stata l’apertura del secondo Costadoro Social Coffee a Genova, il primo in franchising dopo quello di Torino.
Il punto vendita è stato aperto nel quartiere Sestri Ponente della città, tra Pegli e Sampierdarena, in prossimità dell’aeroporto.
Negli ambienti interni, così come in quelli del locale sabaudo situato nel centro storico del capoluogo, il focus centrale non può che essere puntato sul caffè, qui protagonista, a differenza dei tradizionali bar, in una forma e sostanza ben diversa dai canoni tradizionali.
Le miscele fra cui poter scegliere sono molteplici: vi sono la Costadoro RespectTo 100% Arabica, biologica e certificata Fairtrade, sulla quale l’azienda sta puntando molto e i Monorigine e gli Specialty Coffee.
Così come diversi sono i metodi di estrazione che vanno ben oltre l’espresso: Filtro, Chemex, French Press, V60, Clever, Cold Brew, Moka e la Napoletana o Cuccuma.

Fil rouge dell’apertura è indubbiamente il richiamo alla sostenibilità, anche qui evidente come nel locale dalle grandi vetrate che affaccia nella centrale e piemontese via Lagrange.
Se non può saltare all’occhio la provenienza dei materiali utilizzati, lo stile industrial scelto per il locale, con una forte presenza di legno, ferro e tubi, non può far presagire altro.
Ma veniamo ai dettagli: il legno è antico ed è ricondizionato, le poltrone sono originali vintage, i bicchieri per l’asporto sono compostabili e negli ambienti interni, sono presenti postazioni per la ricarica dell’acqua a disposizione dei clienti.
La sostenibilità tanto ricercata dall’azienda, però, non si ferma qui.
I menù accessibili in CAA e l’accessibilità sul web
Grazie alla collaborazione con la startup genovese ALOS, gli ospiti dell’insegna possono consultare menù accessibili anche in CAA, Comunicazione Aumentativa Alternativa, basata su simboli e immagini.
L’ordine può così essere effettuato anche tramite il software ALOSpeak, con l’ausilio di un tablet.
Questa scelta, da contestualizzare in un’ottica di apertura verso la totalità della clientela, permette di rivolgersi anche alle persone che soffrono di disturbi del neurosviluppo e che quindi esprimono bisogni comunicativi complessi.
Se la sostenibilità passa anche dall’universalità del messaggio, la scelta di produrre un menu interamente consultabile nel linguaggio Braille vuole andare in questo senso.
Tutti, ma davvero tutti, possono scoprire le proposte che il Costadoro Social Coffee ha pensato per l’occasione.

La collaborazione con la Polisportiva UICI Torino (Unione Italiani Ciechi e Ipovedenti) ha permesso di portare a termine questo passo, che vuole essere il primo di tanti, iniziando a replicarlo proprio nell’altro punto vendita di Torino.
Non va dimenticata infine la preziosa collaborazione con AccessiWay: la startup che ha permesso all’e-shop e al sito istituzionale Costadoro di diventare completamente accessibili per tutti coloro che presentano disagi visivi, fisici o cognitivi.

Sostenibilità reale a 360°
Il tanto abusato termine sostenibilità per Costadoro, però, non è solo un messaggio di facciata, il cosiddetto greenwashing.
I Costadoro Social Coffee non sono uno specchietto per le allodole per invogliare gli abitanti locali e i turisti a scegliere il proprio marchio.
Sono invece una piccola punta dell’iceberg di un lavoro ben più grande.
L’azienda torrefattrice, che è nata alla fine del diciannovesimo secolo come “Marchio di Fabbrica e Commercio Miscela Costadoro o Miscela Costa d’Oro” e che dal 1979 è diventata Costadoro S.p.A, ha intrapreso la via verso una soluzione più verde in tutti gli ambiti di propria competenza.
Il rinnovato stabilimento “green” in Lungo Dora Colletta
Con l’ampliamento e il rinnovamento della sede avvenuti a fine 2017, grande attenzione è stata rivolta alla riduzione dell’impatto energetico.
Il sistema di raffreddamento delle tostatrici è stato reso più efficiente e un nuovo impianto di riscaldamento e di illuminazione è stato realizzato per garantire un impatto ambientale ulteriormente ridotto rispetto agli standard passati.
Un anno dopo il restauro, è stato installato un impianto fotovoltaico di oltre 50 kW su una superficie di oltre 400 m2, la cui energia prodotta ma non utilizzata viene rivenduta alla rete.

Plastic Free, riciclo dei rifiuti, packaging sostenibili e benessere del personale
Ultima, ma non da meno, è stata l’attenzione rivolta al tema del non utilizzo di plastica, motivo per il quale i dipendenti sono stati provvisti di borracce di alluminio, da ricaricare presso le apposite stazioni di acqua microfiltrata distribuite in tutte le aree aziendali.
Volendo concentrarsi sul tema dei rifiuti di produzione, invece, la stessa realtà ha voluto applicare il principio delle 3R, ovvero Riduci, Riusa e Ricicla.
È così stata valorizzata la pellicola argentea, il sottile strato di rivestimento dei chicchi di caffè crudo, come concime e ammendante per l’agriturismo biologico di Albugnano Ca’ Mariuccia, è stato avviato il riciclo dei fondi di caffè e i sacchi di juta, che prima erano considerati rifiuti, sono diventati protagonisti nella sistemazione del suolo.

Il packaging non poteva essere escluso da questa direzione intrapresa: nel corso del 2020, infatti, i sacchetti in triplice accoppiato (polietilene, alluminio e politene) sono stati sostituiti con nuovi imballi di materiale compostabile, compresa la valvola di degasazione, attraverso l’installazione di nuovi impianti per due linee di confezionamento, una scelta che ha richiesto un investimento importante in macchinari e un maggior costo degli imballi.

Per Costadoro, il termine sostenibilità abbraccia anche un ultimo e importante argomento: la qualità del lavoro.
Nel più ampio contesto di rinnovamento della sede, grande attenzione è stata posta verso il benessere di tutto il personale: sono stati garantiti uffici accoglienti e soluzioni ergonomiche orientate al massimo del comfort, aiuti finanziari interni a costo zero in caso di necessità e servizi complementari, senza dimenticare lo spazio adibito a palestra fino alle convenzioni per abbonamenti e corsi di Crossfit e CardioCycling, presso palestre esterne.

Costadoro e Sostenibilità, oggi più che mai, vanno di pari passo.
Autore dell’articolo: Alessio D’Aguanno